In un’epoca, la nostra, esulcerata da un vagare illusorio e disumano, fermarsi davanti a un istante di semplice, innocente meraviglia è un richiamo verso un’umanità fatta di piccole cose, di gesti gentili, di gratitudine, di comunione con la natura, che disegnano, umili, il piccolo mondo antico di questa fanciulla divertita e compiaciuta d’essere nido sicuro per la vita che nasce. Un messaggio, dunque, chiaro e possente, consegnato, per volontà dell’artista, con garbo e benevolenza, lieve come la mano che si appresta a velare il foglio
dott. Moreno Stracci, curatore, storico e critico d’arte, linguista Presidente di A.C. Quia, 2021
STILE. “Le opere di Pamela Stracci sono veri e propri racconti per immagini. Si tratta di narrazioni mai banali o didascalici in quanto in essi si evidenziano affascinanti percorsi simbolici in seno ai quali l’artista propone un’attenta riflessione sul esserci nel mondo, prendendo volutamente a prestito le parole del filosofo Martin Heidegger.
Una figurazione strutturata secondo misure compositive converge la robustezza del colore e la preziosità della forma, la pittrice romana sperimenta sentieri espressivi dove l’essere umano andato da un’atmosfera senza tempo che consente a chiunque di immedesimarsi nei soggetti rappresentati.
Negli acquerelli come nelle opere esefuite con altre tecnice si ha infatti la netta sensazione di trovarsi al centro la meditazione perspicace sul vivere.
Pamela ha infatti il dono di evocare, mediante precise scansioni cromatiche, un universo in cui il segno grafico si sposa perfettamente con quello raffigurativo, in un’alternanza che offre infiniti spunti introspettivi.
Tenendosi opportunamente lontana da un linguaggio criptico o, peggio ancora, autoreferenziale, l’artista declina con passione temi e soggetti davvero originali immediatamente riconoscibili nei quali ogni elemento non è mai meramente accessiorio, ma contribuisce in maniera maniera inequivocabile alla resa complessiva dell’opera
prof. Simone Fappanni, critico e curatore d’arte, 2020
È impossibile non lasciarsi sedurre dalla incantevole dolcezza di questa deliziosa bambina che osserva divertita e meravigliata cosa accade sopra la sua testa alzando gli occhi un sorriso coinvolgente il suo reso come l’insieme da Pamela Stracci con notevole ed invidiabile capacità metanarrativa tanto da portare alla ribalta, velatura dopo velatura, una raffigurazione emozionante e assolutamente sincera.
prof. Simone Fappanni, critico e curatore d’arte, 2020
Sono due volti paralleli quelli che Pamela Stracci raffigura nel quadro “La consapevolezza dell’amore”. Due volti che sembra non si possano avvicinare ma che al contrario confluiscono nell’amore rappresentato dalla pisside che si vede capovolgendo i l quadro. Ispirato al mito di Sherazade l’opera si avvale dunque di un profondo simbolismo e di una vena espressiva connotata da tinte iridescenti.
prof. Simone Fappanni , critico e curatore d’arte, 2020
La quarantena- afferma Luigi Rosa art director ed ideatore della mostra virtuale- ha fatto sentire la nostalgia del contatto e la mostra ha proprio questo obiettivo riunire voci, mani, menti e corpi nella distanza perché non ci fermiamo neanche da casa e l’arte mette le ali. Mai come oggi possiamo sperimentare che i rapporti veri sono unioni di anime e non vanità di foto fatte per strappare un like. Nell’epoca della comunicazione massiva, l’arte torna ad assumere un ruolo centrale tra le componenti della società. L’arte può aiutarci a disegnare un mondo nuovo da questa esplosione di certezze, per superare la crisi e rinnovarci come essere umani
La Gazzetta di Milano 31/03/2020
Per lei dipingere un quadro significa far nascere un dubbio o innescare una passione. Amante dell’India e della sua spiritualità, Pamela Stracci, pur dichiarando evidenti riferimenti iconografici, sviluppa in modo personale e mai banale una tematica fondamentale : l’amore. Complimenti !
Sofia Falzone 2019
Due volti campeggiano sulla superficie dell’opera, lui ha i capelli rosso fuoco e lei azzurro acqua marina, lui guarda con sguardo intenso, lei ha gli occhi chiusi, guarda all’interno. La struttura compositiva è rigorosamente speculare, all’interno di un triangolo che ha il vertice sul punto mediano del lato superiore del quadro, si sviluppa tutta la tessitura dell’opera, al centro uno sfondo arabesco nasconde il segreto del vaso, basta girare l’opera per scoprire il vaso dorato. L’intreccio tematico e la soluzione compositiva ricordano figure arcaiche dell’India o della Mesopotamia
Armando Profumi 2019
Un chiaro invito a lasciarsi coinvolgere all’interno dell’opera, a lasciarsi portare senza remore in quel mondo sognante della mente e dell’attrazione che non sempre si manifesta come concreto e definito
Sofia Falzone 2019
Una pittura pregna di variegate e complesse implicazioni sentimentali, si proietta nel bacio materno per svelare la sfera affettiva in una rappresentazione figurativa che diviene visione interiore e fantastica, dove il brillante cromatismo insegue sulla concretezza dell’amore il racconto umano, dando significato all’emozione che sfida luoghi e tempi per un nuovo stile d’arte.
Carla d’Aquino Mineo curatore e critico d’arte Maison d’art di Padova, 2018